domenica 13 dicembre 2020

Gaio Valerio Catullo - Carme LXVIII (traduzione)

 

TRADUZIONE CARME 68



1. Ciò che mi mandi, afflitto dalla fortuna e dal crudele destino,

2. questa lettera scritta con le lacrime,

3. affinché io ti sollevi, naufrago rigettato (spinto verso la costa) dalle spumanti onde del mare,

4. et ti restituisca (la vita) dalla porta dell’Oltretomba (morte),

5. che né la sacra Venere ti permette di riposare in un sonno tranquillo

6. abbandonato in un letto vuoto,

7. né le Muse ti dilettano con il dolce canto degli antichi poeti

8. mentre il cuore vigila con ansia:

9. ciò mi è gradito, dal momento che tu mi chiami amico,

10. e per questo chiedi i doni delle Muse e di Venere.

11. ma affinché non ti siano ignoti i miei affanni, mio Allio,

12. e non creda che io abbia a noia (sdegni) il dovere di ospite,

13. ascolta (comprendi), qualcuno che è sommerso (travolto) egli stesso dai flutti della sorte,

14. (affinché) tu non chieda oltremodo (più) da uno sciagurato dei doni felici.

15. prima nel tempo in cui mi fu concessa (consegnata) la pura veste (la toga virile),

16. quando la giovane età (florida) trascorreva una piacevole primavera (giovinezza),

17. mi divertii molto, a sufficienza: non è ignara di noi la dea,

18. che mesce la dolce amarezza agli affanni.

19. ma la morte fraterna (di mio fratello) mi portò via con questo lutto tutta la passione.

20. Oh fratello sottratto a me infelice,

21. tu morendo tu frantumasti (infrangesti, spezzasti) i miei interessi, fratello,

22. con te insieme fu sepolta tutta la nostra casa,


23. con te insieme perirono (svanirono) tutte le nostre gioie,

24. che il tuo dolce amore alimentava (nutriva) in vita.

25. con la sua morte io scacciai da tutto il cuore

26. queste passioni (inclinazioni, dedizioni) e tutti i piaceri dell’animo.

27. per cui, ciò che scrivi “è brutto che Catullo sia a Verona”,

28. poiché qui chiunque di stampo migliore (di qualità)

29. scalderebbe le fredde membra nel letto vuoto,

30. ciò, mio Allio, non è brutto, piuttosto è triste.

31. Perdona dunque se, quei doni che mi tolse il lutto,

32. questi non ti do, poiché non posso (non sono in grado di darteli).

33. Infatti, il fatto che non abbia con me una grande abbondanza di libri,

34. questo accade, perché vivo a Roma: quella casa,

35. quella è la mia casa, si è consumata la mia giovinezza;

36. qui (attualmente) tra le molte mi segue soltanto una piccola cassa di libri.

37. Stando così le cose, non vorrei che tu credessi (pensassi) che stia facendo ciò per avarizia (o taccagneria)

38. o per un animo non troppo buono (leale, onesto),

39. perché non ti è stata offerta (data) nessuna delle due cose in abbondanza a te che chiedevi:

40. io avrei offerto di più, se ne avessi avute in abbondanza.

41. Non posso tacere, dee (Muse), in quale cosa Allio mi

42. abbia aiutato o in quanti doveri mi abbia aiutato,

43. affinché il tempo che fugge nei secoli che dimenticano

44. non copra di cieca notte questo suo impegno:

45. ma lo dirò a voi, voi poi lo direte a molte

46. migliaia e farete sì che questa carta (carme) parli (ancora) da vecchia.

47. * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

48. e anche da morto sia noto sempre di più,

49. né il ragno tessendo in alto la tela leggera

50. non faccia il (suo) lavoro sul nome dimenticato di Allio.


51. Infatti, sapete, quale affanno mi diede Afrodite,

52. e in quale modo mi abbia fatto crollare,

53. quando ardevo tanto quanto le rupi Trinacrie (Etna)

54. o l’acqua Malia nelle Termopili etee,

55. e i tristi occhi cessavano di consumarsi per il pianto perenne

56. né le guance cessavano di essere bagnate di triste pioggia.

57. Come un ruscello limpido (lucente) dalla cima di un aereo monte

58. balza giù dalla roccia muscosa,

59. che si riversa (scorre) a precipizio dalla valle inclinata,

60. il suo viaggio passa in mezzo a un denso popolo,

61. dolce sollievo per lo stanco viaggiatore che suda,

62. quando la pesante calura spacca (fende) i campi bruciati:

63. allora, come ai marinai sbattuti in una nera bufera

64. giunge soffiando più calma una brezza propizia

65. implorata già con la preghiera di Polluce, già con la preghiera di Castore,

66. tale aiuto fu per me Allio.

67. Egli spalancò l’ampia porta, aprì il campo chiuso,

68. ed egli diede una casa a me e alla mia padrona,

69. presso cui praticassimo i reciproci amori.

70. Là si recò la mia candida dea col morbido piede

71. e sulla soglia battuta poggiò la pianta (del piede) splendente

72. con il sandalo fine,

73. come un tempo bruciando per amore del coniuge

74. Laodamia giunse alla casa di Protesilao.

75. Iniziata male, prima che con il sangue sacrale

76. la vittima pacificasse i signori del cielo (gli dèi).

77. Nulla decida tanto intensamente, dea di Ramnunte (Nemesi),

78. nulla di ciò sconsideratamente intraprendo da me con gli dèi contrari.


79. quanto l’altare digiuno desiderava un sangue devoto,

80. Laodamia ha provato per l’uomo perduto (morto),

81. costretta prima a staccare (le braccia) dal collo del novello marito,

82. e quanto giungendo il primo e il secondo inverno ancora

83. avrebbe saziato l’avido amore nelle lunghe notti,

84. per potere vivere ancora rotte le nozze,

85. le Parche sapevano che sarebbe mancato dopo non molto tempo,

86. se il soldato fosse andato contro le mura di Ilio.

87. perché fu allora a causa del ratto di Elena che

88. Troia cominciava a chiamare a sé i primi eroi dei Greci (Argivi → Argo),

89. Troia (maledetta!) tomba comune dell’Asia e dell’Europa,

90. Troia crudele morte (cenere) di eroi e di tutte le virtù,

91. proprio quella che anche a mio fratello recava l’infelice morte.

92. Oh fratello sottratto a me infelice!

93. Oh lieta luce del giorno sottratta al triste fratello,

94. con te insieme fu sepolta tutta la nostra casa,

95. con te insieme perirono (svanirono) tutte le nostre gioie,

96. che il tuo dolce amore alimentava (nutriva) in vita.

97. Ora che sei sepolto così lontano tra sepolcri sconosciuti

98. e non accanto alle ceneri del tuo sangue,

99. ma Troia funesta, Troia ti trattiene infelicemente sepolto

100. in terra straniera in un paese ai confini estremi.

101. Presso di lei allora si tramanda che simultaneamente da ogni parte la gioventù

102. della Grecia affrettandosi avesse abbandonato gli intimi focolari,

103. perché Paride sequestrata la donna infedele trascorresse

104. godendo dei momenti sereni su un letto tranquillo.

105. Allora per quel destino, bellissima Laodamia,

106. ti furono tolte le nozze più dolci dalla vita e dal respiro:

107. inghiottendoti nell’enorme vortice d’amore


108. il turbamento (la passione) ti avrebbe trascinato giù (fatto precipitare) in un baratro scosceso,

109. come quello che, tramandano i Greci, nelle vicinanze di Féneo di Cillene (fossa artificiale → Ercole)

110. prosciuga il grasso terreno assorbita l’acqua paludosa,

111. dove un tempo si dice scavò nelle viscere percosse del monte

112. Ercole figlio di Anfitrione (falso padre),

113. nel tempo in cui abbattette i mostri di Stinfàlo (uccelli micidiali → fatiche) con una freccia infallibile

114. sotto il comando degli dèi inferiori,

115. affinché si spalancasse a più dèi la porta del cielo,

116. ed Ebe (dea della giovinezza) non avesse lunga verginità.

117. Ma il tuo intenso amore fu più profondo di quel baratro,

118. che tuttavia (ti) insegnò a portare, invincibile, il giogo.

119. Infatti né così l’unica figlia alleva la cara persona

120. del nipote (nato) tardi per il padre consumato dall’età,

121. il ritrovato infine, a fatica, con le ricchezze ereditate

122. ha iscritto (registrato) il nome sul testamento,

123. togliendo le crudeli gioie del ridicolo parente,

124. scaccia l’avvoltoio dalla testa canuta:

125. né nessuna a tal punto godette pari alla bianca colomba,

126. si dice che è molto più sfacciata

127. a strappare sempre col becco mordenti baci,

128. quanto la donna che è specialmente vogliosa (insaziabile).

129. Ma tu superasti da sola grandi furori di questi,

130. non appena ti sei riconciliata con il biondo marito (uomo).

131. Degna allora d’accompagnarsi a lei o poco o per nulla

132. la mia luce giunse nel mio cuore,

133. attorno alla quale svolazzando qua e là Cupido

134. brillava candido nella tunica giallo oro.

135. Ella tuttavia anche se non è contenta del solo Catullo,

136. sopporterò i poco frequenti tradimenti della venerabile padrona,

137. per non essere troppo molesto come scioccamente (fanno) degli stolti.

138. Spesso anche Giunone, massima tra le Dee,

139. digerisce l’ardente ira per colpa del marito,

140. (pur) conoscendo i moltissimi tradimenti del voglioso Giove.

141. Eppure non è giusto il confronto tra uomini e dèi,

142. * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

143. * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

144. togli l’ingrato onere del tremante padre (vecchio).

145. né tuttavia lei è stata condotta da me dalla mano del padre

146. venne nella casa profumata dal sentore d’Oriente,

147. ma offrì doni segreti in una mirabile notte,

148. sottratta dallo stesso cuore dello stesso marito.

149. per la qual cosa quello è sufficiente, se ha concesso questo unicamente a me

150. la giornata che lei considera più candida di una perla (pietruzza → giorni felici).

151. Questo regalo per te, come ho potuto, racchiuso nella poesia,

152. Allio, è restituito per molti favori,

153. affinché il tuo nome non tocchi la sporca ruggine

154. questo giorno e quell’altro e quell’altro.

155. A questo gli dèi aggiungano tantissimi doni, che Temi (dea della giustizia) un tempo (età dell’oro)

156. era solita portare agli antichi uomini virtuosi.

157. siate felici tu e allo stesso modo la tua amata,

158. e una casa in cui ci divertimmo (io) e la padrona,

159. e chi ci toglie la terra che in principio ci diede Ansere

160. da lui innanzi tutto provengono tutti i beni che sono nati,

161. e più di tutti lei che mi è più cara di me stesso,

162. la mia luce, con lei nella vita vivere per me è dolce.

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