[5] Gli è stato rinfacciato di essere un adolescente non apprezzato dai suoi concittadini. I presenti pretoriani mai a nessuno hanno concesso i maggiori onori che all'assente Marco Celio; infatti lo hanno cooptato, (anche se) assente, nell'ordine più importante (senato) e gli hanno conferito quelle cose che (lui) non chiedeva, le quali erano negate a molti che (le) chiedevano; e ora gli stessi hanno inviato a questo processo degli uomini distinti sia del nostro ordine sia dei cavalieri Romani con una legazione e con un solenne e ornatissimo elogio. Mi sembra che le fondamenta della mia difesa siano state gettate, le quali sono solidissime, se si appoggiano sul giudizio dei suoi (concittadini). E infatti la sua età non potrebbe essere sufficiente per raccomandarla a voi, se non dispiacesse solo a tale padre, a tale uomo, e in verità anche a un municipio tanto illustre e tanto importante.
[6] Senza dubbio, ritornando a me, partendo da questi principi (arrivai) alla gloria, e questa mia attività forense e il mio stile di vita si diffondeva nella considerazione degli uomini (pubblico) un po’ più ampiamente grazie alla raccomandazione e al giudizio dei miei (concittadini). Infatti ciò che è stato obiettato riguardo la pudicizia, e ciò che da parte di tutti gli accusatori è stato divulgato non con imputazioni specifiche, ma con voci e maldicenze, ciò mai dolorosamente sopporterà Marco Celio, tanto da pentirsi di non essere nato deforme. Queste maldicenze infatti sono rese pubbliche su tutti, a favore dei quali l’adolescenza fu generosa nella forma e nell'aspetto fisico. Ma una cosa è sparlare, un’altra accusare. L’accusa desidera un crimine, affinché determini un reato, affinché marchi un uomo, lo provi con un argomento, lo dimostri con una prova (un testimone); la maldicenza invece non ha nessuno scopo fuorché l’offesa, che se è detta (gettata) più sfacciatamente, è chiamata ingiuria, se è detta più garbatamente è chiamata arguzia.
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